mercoledì 9 maggio 2012

Sognando ad occhi aperti con G.Bonaviri

Il tema del sogno è stato molto trattato dalla letteratura e dalla psicanalisi. Tuttavia nella maggior parte dei casi, come nella Gradiva di Jensen, si tratta di sogni che vengono prodotti dall'inconscio durante il sonno; ma a quanti di noi non capita di sognare ad occhi aperti? questo è stato anche il caso di Giuseppe Bonaviri.
Autore siciliano, egli si muove da Mineo "Parnaso Siculo" fino a Frosinone dove lavorerà come medico cardiologo, ma la nostalgia della sua terra, "patria incorrotta del cuore", lo accompagnerà per tutta la sua vita e darà ispirazione alle sue opere. Egli, però, non usa la tecnica autobiografica per raccontare se stesso ed i luoghi della sua infanzia, ma "fonde la realtà con un mosaico di sogni" dove l'ombrosità esistenziale si stempera nel ricordo del padre Don Nenè, il sarto della strada lunga, e della madre donna Papè Casaccio, che egli chiamava decameron vivente.
All'interno della sua opera con impressionante modernità, oltre alla vicende biografiche, ai miti millenari della sicilia, si possono rintracciare anche contenuti scientifici propri della sua preparazione e invenzioni fantastiche che delle volte toccano anche l'assurdo, ma che gli permettono di evadere dalla monotonia del reale.
Infatti, come egli stesso afferma, bisogna quotidianamente analizzare le sensazioni e le immaginazioni più poetiche, quelle che più ci sublimano, ci traggono fuori da noi stessi e dal mondo reale; troveremo che esse, e il piacere che nasce, consistono totalmente o principalmente, in rimembranze. Insomma in tempi in cui la vita, per molti, non è proprio rose e fiori basta affidarsi alla fantasia dei ricordi, alla fantasia dei sogni per vivere meglio l'oscurità del presente.
Bisogna, secondo ciò che afferma Bonaviri, usare come sola arma per sconfiggere la monotonia del presente, che molte volte consiste in sole preoccupazioni, la fantasia. Questa è la facoltà della nostra mente che permette di creare immagini irreali, la facoltà che permette di creare felicità. Giacomo Leopardi affermava a tal proposito:"L'immaginazione è la prima fonte della felicità umana". Quindi per assaporare un po' di felicità bisogna sognare ad occhi aperti, in modo tale da rendere il più possibile la nostra vita simile ai nostri sogni.
                                                                                                  Alessandra Baudo

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