martedì 15 maggio 2012

Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni

“Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni” così recita una celebre frase di Eleanor Roosevelt. Ma noi, giovani, quanto  crediamo ai nostri sogni? Sembrerebbe una domanda  futile, ma in una società in cui l’attenzione di molti è focalizzata ai valori economici , diventa un quesito molto delicato . Le ragioni economiche, infatti, dominano adesso su qualsiasi ideale ; hanno sovrapposto quella prospettiva di valori altri, diversi, positivi. E questo provoca a tanti, in particolare ragazzi, un disorientamento. Molti giovani oggi, come ieri, una volta raggiunta la maggiore età e aver conseguito il tanto sudato diploma, si trovano catapultati nel mondo reale che tuttavia è molto difficile da affrontare.  I propri sogni, infatti, devono fare i conti con i famosi “test d’ingresso” che in due ore decidono, nel bene o nel male, il futuro di tutti i giovani. Ed una volta disilluse le illusioni sul proprio futuro  bisogna che si guardino intorno per vedere ciò che è possibile fare all’interno di una società democratica che molte volte non dà possibilità di scelta. E come il vecchio,ma attuale, Leopardi saranno avvolti da un pessimismo cosmico che li accompagnerà per tutta la loro vita, poiché insoddisfatti di ciò che un test d’ingresso ha scelto per loro. Altri, invece, scelgono il proprio lavoro valutando solo il fattore economico, optando per ciò che nella società è maggiormente richiesto. La rimanente parte, invece, sarà più fortunata. Al “cerchio” dei fortunati appartengono coloro che nella propria vita hanno la possibilità di svolgere ciò che amano, non per la brama del successo o per interesse economico, ma perché amano stare in quella posizione e non ne vorrebbero una migliore; perché giorno dopo giorno riescono a mettersi in discussione per le proprie qualità e capiscono in ogni momento che svolgono ciò che hanno da sempre desiderato. Coloro che non ameranno il proprio lavoro e lo sceglieranno, come affermerebbe il compatriota Verga, per l’adesione alla “ religione della roba” o per necessità non potendo scegliere altro, saranno  dei mediocri perché mai soddisfatti della loro occupazione: pupi nelle mani di un mondo impostore di ideali fatui. Quindi a noi tutti non resta che sognare per abbattere l’insaziabile cupidigia che si sovrappone ad ogni altro valore umano e credere profondamente ai valori, ormai, alieni per ricominciare ad essere uomini dotati di sentimento e di intelletto. Ed ora vi lascio alla bellissima canzone di Roberto Vecchioni: "Sogna ragazzo, sogna"
                                                                                                                     
                                                                                                                Alessandra Baudo

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