domenica 15 aprile 2012

Onori al mio concittadino: Gorgia

Non scrivo da tempo e mi dispiace, ma la carriera universitaria e le collaborazioni varie mi stanno lasciando, ultimamente, pochissimo tempo. Oggi, tuttavia, voglio essere "fedele" ai miei lettori che ormai, per mio grande stupore, sono tantissimi. Nella rubrica domenicale "appuntamento col sapere" pubblico un articolo, naturalmente scritto da me, già pubblicato circa due anni fa nel giornale settimanale "Murganzio".  L'ospite di questa settimana non è un autore, bensì un filosofo mio concittadino: Gorgia.


I lentinesi, popolo di cosmopoliti, sono discendenti di uno dei più noti filosofi dell’antica grecia: Gorgia. Nato, infatti , a Lentini nel 483 a.C.,discepolo del filosofo Empedocle e dei retori siracusani Corace e Tisia, subì anche l’influenza della scuole pitagorica ed eleatica. Ad Atene si contraddistinse da subito per la sua eloquenza. Compì tanti altri viaggi in Tessaglia, in Beozia, ad Argo, a Delfi e a Olimpia, dove pronunciò discorsi memorabili e scrisse opere che resteranno indelebili per la loro unicità. Bisogna sottolineare come Gorgia sia il primo nella storia, a prendere, in una delle sue opere maggiori ovvero l’Encomio di Elena, le difese di una donna; e non di una donna qualunque, ma di colei che nella tradizione ellenica era considerata il prototipo della donna che è causa di guai, un po' come Eva nella tradizione e nella subcultura cristiana.
Infatti la figura di Elena, figlia di Zeus e di Leda, è stata una delle figure più criticate nel mondo greco, poichè si narra che a causa del suo rapimento scoppiò la guerra di troia. Gli autori greci, di conseguenza, la descrissero spesso come una donna di facili costumi: Eschilo la definisce “donna dai molti uomini” e “rovina di navi, rovina d’eroi, rovina di città”. Anche Euripide, nelle Troiane, descrive Elena come la grande meretrice che, scappata con Paride a Troia, causò lo scoppio della guerra. Sebbene, Gorgia abbia scritto l’opera sotto forma di “esercitazione”, il gesto, di prendere le difese delle donna prototipo di guai, risulta certamente provocatorio e anticonformista per la mentalità dell'epoca (... e non solo!). Per il nostro concittadino sarebbe stato sicuramente più facile, e perché no anche più popolare, trattare la storia dagli stessi punti di vista dei suoi “colleghi”, seguendo le stesse idee che circolavano allora in Grecia : ma egli non si accontentò! Distinguendosi da tutti, portando in alto il nome della città che gli diede i natali, elaborò un testo ricco di passione e di lucidità, in cui i suoi distinguo approdano a sapienti analisi dell’esperienza umana nelle sue articolazioni e nelle sue complessità.
Egli ancora oggi risulta, per noi giovani e non solo, un esempio da seguire; con le sue dottrine ha regalato al mondo non delle “fredde” lezioni, ma una filosofia di vita che i lentinesi per primi dovrebbero seguire. A tal proposito concludo con un suo pensiero, che sebbene di lunghezza discreta conserva in esso una molteplicità di significati che noi tutti dovremmo apprendere: “È decoro allo stato una balda gioventù ; al corpo, bellezza; all’animo, sapienza; all’azione, virtú; alla parola, verità. Il contrario di questo, disdoro.”

Nessun commento:

Posta un commento