domenica 25 marzo 2012

I viaggiatori di ieri ed oggi messi a confronto da Ercole Patti

"Il viaggiatore odierno impacchettato in un jet, senza vedere niente nemmeno dal finestrino, piomba di colpo in Giappone mentre ha ancora addosso la camicia indossata a Roma o a Milano e la barba rasa a Roma non è ancora del tutto cresciuta per una nuova rasatura.
Nel mio lungo viaggio in Giappone invece mi ero totalmente affezionato alla mia cabina del piroscafo Gange dove avevo abitato un lungo mese [...] che provato una certa emozione ad abbandonarla, come quando si lascia una vecchia casa dove si è trascorsa una lunga e felice villeggiatura." Questo è quello che scrive Ercole Patti, scrittore Catanese, nell'appendice del suo libro, "Un lungo viaggio lontano".
Il viaggio, un vero e proprio topos letterario, ci accompagna attraverso i secoli fornendoci una percezione concreta del succedersi delle civiltà, delle mentalità e dei costumi. Il modo di concepire il viaggio è mutato: quello dell'oggi è differente da quello di ieri e quello del domani sarà ancora diverso da quello dell'oggi; chi esce sacrificato, da questo cambiamento, sono le emozioni, le esperienze, le conoscenze che lasciano il posto alle comodità e alla continua ricerca del relax.
Il grande viaggio di Ulisse si trasforma, con il viaggiatore moderno, nella crociera, che diventa pura avventura solo se si ha la "fortuna" di incontrare lo Schettino di turno, ma che altrimenti non è altro che una toccata e fuga da luoghi diversi, non avendo il tempo di assaporare i sapori del posto, di osservare i colori con il tramontare ed il sorgere del sole e di vivere le emozioni che una popolazione può regalarti.
Oggi, purtroppo, come notava Patti nella sua appendice, sono pochi i viaggiatori in cerca della scoperta, che si sottopongono anche al rischio, alla stanchezza pur di accrescere il loro bagaglio culturale ed emozionale. Siamo tutti troppo stanchi, avviliti dalla quotidinità per trovare la forza e la voglia di confrontarci con culture e civiltà differenti, per abbandonare le usanze e le comodità della propria cultura.
La concezione moderna del viaggio è quella di evasione dal mondo che ci sottopone a continui stress. Per evadere realmente dal mondo, però, non possiamo lasciare a casa il nostro cuore e la nostra mente, ma far di questi i nostri migliori compagni di viaggio.
Hume scriveva:" La mente è una specie di teatro, dove le diverse percezioni fanno la loro apparizione, passano e ripassano, scivolano e si mescolano con un'infinita varietà di atteggiamenti e di situazioni." Per cogliere attraverso le percezioni le emozioni che una civiltà differente dalla nostra può regalarci dobbiamo usare come bussola il nostro cuore, in modo tale da accrescere il nostro bagaglio culturale e la nostra intelligenza emozionale. Dobbiamo riprendere ad assaporare la bellezza del viaggio, anche solo con l'immaginazione.
                                                                                      Alessandra Baudo

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